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Laudatio del prof. Saverio Russo

russo e Bastioli

Magnifico Rettore, Illustri componenti la Commissione, Autorità, rappresentanti delle strutture produttive della nostra Regione, colleghi, amici, studenti,

il conferimento di una Laurea Honoris Causa è un avvenimento di grande rilevanza culturale per la Facoltà che lo promuove e per l’intero Ateneo. Si tratta, in effetti, di un riconoscimento molto importante che ha il compito e il merito di sottolineare i rilevanti contributi dati dal candidato alla disciplina di riferimento della laurea in oggetto. Ed è con particolare piacere che mi accingo ad adempiere al compito che mi è stato affidato dalla Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali del nostro Ateneo: esporre alla Commissione e al pubblico qui riunito la Laudatio in occasione del conferimento della laurea specialistica H.C. in Chimica Industriale alla Dottoressa Catia Bastioli.
Come è noto, la Chimica Industriale è quella particolare disciplina scientifica che a partire dalle materie prime studia e progetta le trasformazioni industriali per la produzione di composti chimici e di materiali, con i processi e gli impianti chimici relativi, valutando altresì il loro impatto economico e la loro eco-sostenibilità. Se la Chimica può essere definita come la scienza centrale (‘the central science’ come viene definita nel mondo anglosassone) in quanto permette di connettere tra loro altre discipline scientifiche, quali la biologia, la fisica, la scienza dei materiali, la geologia, l’astronomia, le scienze ambientali, e così via, la Chimica Industriale quale scienza applicata è incentrata sulla trasformazione di un processo chimico da laboratorio in un vero processo produttivo con tutte le sue implicazioni economiche, tecnologiche, impiantistiche, ambientali, sociali. In questa disciplina la Dottoressa Bastioli ha avuto il merito, durante tutta la sua brillante carriera scientifica e professionale, di conseguire rilevanti risultati per i quali ha ricevuto importanti riconoscimenti in ambito sia nazionale che internazionale. Ecco, per sommi tratti, il suo prestigioso curriculum vitae et studiorum: laureatasi in Chimica all’Università di Perugia nel 1981 con 110/110 e lode (e nessun esame passato con meno di trenta) discutendo una tesi sperimentale sulle membrane, venne assunta nello stesso anno dal prestigioso Istituto di Ricerca Guido Donegani della Montedison di Novara. Dal 1984 al 1988 la Dott.ssa Bastioli è stata responsabile del Progetto Strategico Montedison sui Materiali Compositi presso il Donegani. Dal 1989 al 1991 è diventata responsabile del progetto ‘Materiali Biodegradabili da Risorse Rinnovabili’ presso il Centro di Ricerca e Tecnologia Ferruzzi (FERTEC).
Voglio soffermarmi un istante su questo lungimirante progetto, che già alla fine degli anni ottanta si proponeva di studiare una nuova gamma di materiali a basso impatto ambientale, cercando di armonizzare la cultura agroindustriale e la chimica. Purtroppo la crisi della Montedison rischiò tra l’altro di cancellare anche questa iniziativa, ma grazie all’impegno di alcuni dirigenti - tra cui Catia Bastioli - nacque una nuova società, la Novamont S.p.A., che permise sia di trasformare i risultati della ricerca in prodotti e in applicazioni, sia di pianificare alcuni progetti a lungo termine. Dal 1991 ad oggi la Dott.ssa Bastioli ha percorso, all’interno di FERTEC prima e di Novamont poi, una carriera dirigenziale di tutto rispetto, dapprima come Direttore della Divisione Ricerca e Sviluppo, poi come Direttore Tecnico, attualmente come Amministratore Delegato di quest’ultima società.
A differenza di molte realtà industriali del nostro paese, Novamont ha sempre attribuito un ruolo fondamentale alla ricerca, quale grande incubatore finalizzato al consolidamento della propria posizione tra le aziende leader del mercato, anche a livello mondiale, al fine di realizzare un continuo miglioramento di materiali e di sistemi produttivi. In parallelo, la Dott.ssa Bastioli ha voluto anche curare la formazione di ricercatori con cultura multidisciplinare nel settore delle bioplastiche, ‘core business’ dell’Azienda, formazione non adeguatamente coltivata in ambito universitario. Ieri la Dott.ssa Bastioli, nella giornata conclusiva del XVII Congresso Nazionale della Divisione di Chimica Industriale della Società Chimica Italiana, ha esposto in una conferenza ad invito i più recenti risultati del suo gruppo di lavoro sulle potenzialità delle bioplastiche, destando – ma non c’era da dubitarne – un notevole interesse in un qualificato pubblico di esperti anche di altre nazioni.
Cosa siano le bioplastiche ci verrà spiegato dalla Dott.ssa Bastioli nella sua Lectio Magistralis. Io voglio solo sottolineare che le scelte strategiche effettuate al momento della nascita di Novamont, basate non solo sulla ricerca e sui suoi risultati, ma anche e soprattutto sulla creazione di un solido portafoglio brevettuale, ha permesso alla Dottoressa Bastioli e ad alcuni suoi collaboratori di ricevere l’anno scorso il prestigioso premio di ‘Inventore Europeo dell’Anno’, premio assegnato congiuntamente dalla Commissione UE e dall’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO), su un bacino di selezione che ha riguardato tutti i brevetti europei, non solo quelli in ambito chimico. Tale titolo va inteso come importante riconoscimento dell’impegno e del valore del lavoro svolto nel settore della produzione di bioplastiche ricavate da materie prime rinnovabili di origine agricola, in particolare il Mater-Bi® della Novamont.
Voglio inoltre sottolineare che il premio rappresenta anche un messaggio rilevante della strada da seguire in un settore, quello della proprietà intellettuale, che in Italia (ma forse anche in Europa), non ha ancora raggiunto livelli soddisfacenti. La Dottoressa Bastioli è autrice di più di 50 tra brevetti e domande di brevetto depositate nel settore dei polimeri sia sintetici che naturali, e tra essi i brevetti sui materiali a base di amido sono una parte significativa del portafoglio brevettuale Novamont.
E’ rilevante anche segnalare alcune preziose collaborazioni che la Dottoressa Bastioli ha coltivato con importanti organizzazioni sia a livello nazionale che internazionale, quali ad esempio l’ECCP (European Climate Change Program), organizzazione delle Commissioni Europee Industria e Ambiente della UE a Bruxelles di cui la Dott.ssa Bastioli fa parte, il Centro di Competenza per l’innovazione in campo agro-alimentare “AGRINNOVA” dell’Università di Torino e l’Istituto di Chimica e Tecnologia dei Polimeri del CNR; per questi ultimi la nostra candidata è componente dei rispettivi Consigli Scientifici. Autrice di più di 100 articoli di carattere scientifico e divulgativo pubblicati su riviste internazionali, oltre a lavori presentati a conferenze internazionali o a capitoli su libri specialistici, è inoltre stata chiamata a redigere il capitolo “Biodegradable Materials” dell’Enciclopedia Wiley sulla Tecnologia d’Imballaggio.
Catia Bastioli ha anche contribuito alla stesura di rapporti internazionali sulle materie prime rinnovabili per conto di grandi organizzazioni istituzionali e ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali nella sua carriera, tra cui alcuni sono particolarmente significativi: nel 2002 come Amministratore Delegato di Novamont le è stato conferito il “Word Summit Business Award for Suistainable Development Partnership” a Johannesburg da UNEP (United Nations Environmental Programme) e dall’International Chambers of Commerce per il progetto “La Chimica vivente per la qualità della vita”. Vorrei infine sottolineare che, pur tra i suoi numerosissimi impegni, la Dott.ssa Bastioli è riuscita a trovare anche il tempo per tenere corsi universitari quale professore a contratto ad esempio presso l’Ateneo del Piemonte Orientale, Facoltà di Farmacia.
Tornando alla Chimica Industriale, noi docenti di questo corso di studi abbiamo il compito di sottolineare con forza in ogni aspetto della nostra attività didattica gli effetti di rischio ambientale (oltre che ovviamente di sicurezza) di ogni processo produttivo in cui sia coinvolta la chimica. Occorre trasmettere ai nostri studenti un’elevata sensibilità ai problemi di impatto ambientale, sviluppando una cultura in grado di analizzare i vari approcci possibili, di quantificare i processi produttivi e i cicli di vita dei prodotti, di suggerire le possibili soluzioni su basi rigorosamente scientifiche. Questa stessa nostra sensibilità ai problemi dell’ambiente è riscontrabile in tutta la carriera scientifica e professionale della Dott.ssa Bastioli, di cui mi piace citare una frase significativa:
“Ad oggi la sfida più importante per Novamont, che non può certo affrontare da sola, è quella di riuscire a trasformare la posizione di leadership nelle bioplastiche da materie prime rinnovabili in una leadership per il paese, andando oltre le bioplastiche e attivando tutto il settore della chimica da fonti rinnovabili. I presupposti per riuscire ci sono tutti: la crescita del costi del petrolio, la necessità di trovare nuovi sbocchi per l’agricoltura, la consapevolezza dei problemi climatici e le opportunità offerte dalle sfide ambientali per la competitività d’impresa. Tema che insieme alla responsabilità sociale può rappresentare una chiave di difesa della competitività rispetto a paesi emergenti. Abbiamo bisogno di capire come creare sistema intorno a questi concetti.
Altri paesi stanno facendo molto a livello istituzionale per accelerare lo sviluppo delle materie prime rinnovabili: basti pensare alla Road Map USA che si pone come obiettivo per il 2020 l’utilizzo di fonti rinnovabili per il 25% dei materiali, il 20% dei combustibili e il 5% dell’energia, o alla Francia con la legge che pone al 2010 la sostituzione di tutti i sacchi di plastica con bioplastiche. Noi tecnicamente siamo più avanti degli altri, ma fuori dall’Italia si stanno investendo fiumi di risorse e dobbiamo essere più capaci di creare aggregazione in breve tempo perché questo progetto possa diventare un solido modello di sviluppo del territorio.”
Tutte queste prospettive industriali sono nate dalla ricerca appassionata e lungimirante di un gruppo di ricercatori italiani guidati dalla Dott.ssa Bastioli e che si sono costruiti nel tempo una solida cultura multidisciplinare. Del resto lo diceva più di 400 anni fa Francesco Bacone (o Sir Francis Bacon), il filosofo, politico e saggista inglese che fu sostenitore e strenuo difensore della rivoluzione scientifica senza essere uno scienziato: et ipsa scientia potestas est, la conoscenza è potere (Meditationes Sacrae, Heresiae 1597).

Voglio infine chiudere con una notazione per me altrettanto importante rispetto agli argomenti già esposti: come abbiamo visto molto significativo è stato il percorso scientifico e professionale della Dott.ssa Bastioli che ho brevemente delineato poc’anzi, e ancor più avvalorato dalla situazione che tutt’oggi viviamo nell’ambito della ricerca, dove per affermarsi come scienziata e ricercatrice una donna deve spesso lottare e farsi spazio tra pregiudizi e retaggi culturali in cui non è difficile riscontrare un’impronta vetero-maschilista. Un paio di mesi fa leggevo un articolo di Umberto Veronesi sul rapporto tra donne e ricerca scientifica: citando le parole dello stesso Veronesi, le donne, “sono determinate, costanti nell’impegno e concentrate sugli obiettivi e hanno un grande spirito di squadra. Uniscono al rigore del metodo, l’intuizione tipicamente femminile che dà loro la forza di perseverare sempre.”
Anche per queste considerazioni conclusive mi sento di proporre il conferimento della laurea specialistica Honoris Causa in Chimica Industriale alla Dott.ssa Catia Bastioli. Grazie.

Saverio Russo


Ultimo aggiornamento 25/03/2019