I libri dell’inquietudine

I libri dell’inquietudine


Sul numero di lunedì 26 marzo de “La Repubblica”, il giorno dopo la scomparsa di Antonio Tabucchi, Paolo Mauri, che ha seguito con puntuale attenzione quasi tutte le tappe dell’attività di scrittore di Tabucchi, così iniziava il suo articolo, dopo alcune note di cronaca, a informazione del triste evento: “Credo di non sbagliare dicendo che Tabucchi è stato ed è il più europeo dei nostri scrittori e probabilmente anche il più originale, certamente il più inquieto”. In modo essenziale ed estremamente efficace trovano spicco nelle parole di Mauri due componenti fondamentali per appropriatamente inquadrare Tabucchi: il suo inserimento nel quadro europeo della letteratura e il filo rosso che unisce la molteplicità dei suoi testi e che consiste nell’inquietudine.
Sorvolo sulla innegabile e da tutti condivisa identità di scrittore europeo di Tabucchi e mi soffermo sullo “scrittore dell’inquietudine”, anche perché sull’inquietudine si fonda il libro di ambientazione genovese di Tabucchi, Il filo dell’orizzonte, in cui la ricerca del protagonista, di nome Spino, rivolta a individuare e dare un nome ad un cadavere trasferito all’obitorio dopo una sparatoria e non confortata dall’intervento di qualcuno che sia disposto al riconoscimento, in realtà adombra l’inquieta ricerca della propria identità.
Che Tabucchi, toscano di origine (nato a Vecchiano, presso Pisa, nel 1943), portoghese di adozione (Lisbona è la sua vera città), abbia ambientato un suo romanzo a Genova non è sorprendente: dipende dal fatto che Genova l’ha conosciuta bene, perché dal 1978 al 2000 Antonio Tabucchi è stato Professore di Letteratura Portoghese nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Genova. E, allora, a testimonianza di una presenza significativa nel nostro Ateneo, la Facoltà di Lettere, col patrocinio e il concreto contributo del Rettorato, ha dedicato il pomeriggio del 22 marzo 2013 (in occasione dell’anniversario della morte dello scrittore, avvenuta a Lisbona il 25 marzo 2012) a un Convegno su Tabucchi, Convegno nel quale sono intervenuti, con relazioni e testimonianze, i professori Giorgio Bertone, Luigi Surdich, Francesco De Nicola, Silvia Zangrandi, Roberto Francavilla, Eugenio Buonaccorsi, Franco Contorbia. Alla sera, alle 21, presso il Teatro Garage-Sala Diana, la giornata di partecipe e commosso ricordo di Tabucchi è stata coronata dalla rappresentazione teatrale Sogni in guerra, tratta da tre racconti di Tabucchi rielaborati da Anne Serrano, interprete della piéce assieme a Matteo Aldo Maria Rossi: tutti i posti occupati e i prolungati applausi a conclusione di una recitazione di alta intensità hanno costituto un’ulteriore testimonianza di affetto nei confronti di Antonio Tabucchi.

Luigi Surdich
Dipartimento di Italianistica, romanistica, antichistica, arti e spettacolo (DIRAAS)
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